sabato 24 novembre 2012

VI REGALO UN REGALO


Stamattina la sottoscritta si è svegliata con una certa vena filosofica.
La verità è che ho scoperto l’esistenza di questo sito molto carino www.teloregalo.it e allora mi sono detta “lo voglio far conoscere a chi di voi ancora non lo conoscesse, ma già che ci sono addobbo il post con due riflessioni sul regalo, che innanzitutto fa figo e poi potrebbe essere uno spunto per capire come vivete voi il momento del presente donato o ricevuto”
Un certo Goethe diceva “Non dire che vuoi regalare: regala. Non riuscirai mai a soddisfare un'attesa”.
Credo non avesse tutti i torti…Perchè, senza alcuna voglia di scadere nel moralismo, ma diciamoci la verità, quanto è gratificante ed emozionante l’effetto sorpresa in un regalo?

Si avvicina il Natale ed è quindi inevitabile fare esempi legati a quest’occasione. Mi viene da pensare alla classica frase che sento dire a ridosso di queste feste. Spesso se pronunciata da un bimbo fa sorridere ma quando esce dalla bocca di un adulto alle mie orecchie disturba come i rebbi della forchetta che stridono sul fondo della pentola!
“Il mio fidanzato per Natale mi regala l’iPad”, “I miei per Natale mi regalano la trilogia di 50 sfumature” (e qui in teoria ci sarebbe da aprire un dibattito sul coraggio dei genitori di regalare la trilogia della James alla propria figlia!).
Ma che razza di regalo è? Qui non si parla di regalo, qui si parla dell’istituto giuridico della donazione, art. 769 del Codice Civile:

“La donazione è il contratto col quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l'altra, disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo verso la stessa un'obbligazione.”

Il tono dell’articolo è freddo, cinico e inanimato vero? Ecco è la stessa sensazione che ho io quando sento quelle frasi. Qui si parla di contratto!

Forse stamattina più che filosofica sono polemica ma lo dico sinceramente, non riesco a pensare all’idea del regalo in questi termini. Lo scopo del regalo è suscitare emozione e ricevere emozione, è manifestare un sentimento.
Lina Sotis tempo fa scrisse: “Per capire l' importanza del dono basta guardare la faccia di chi lo riceve. Se non e' un dono perverso, sbagliato, bruttino che offende, il volto si illumina poiche' il regalo non e' solo l' oggetto ma il sentimento della propria importanza”.
Proprio in questi giorni leggevo che quest’anno in particolare gli italiani approfitteranno del Natale per scambiarsi quello che durante l’anno non riescono ad acquistare per se stessi, (ecco il link della notizia “Natale 'magro', sotto l'albero solo regali utili”). La parola d’ordine è utilità, beni per la casa, abbonamenti ai mezzi, occhiali da vista ecc.., ma, ripeto, anche in questo caso a mio avviso siamo proprio lontani dal concetto di regalo.

Voi come la pensate? Avremo modo di parlarne anche questa settimana in onda.
Intanto come regalo (ops, donazione..) per essere stati così coraggiosi da leggere il post fino in fondo vi ripropongo il link di www.teloregalo.it. Carino, impostazione simile a tutti i classici siti di vendita on line, solo che qua non dovete cacciare un euro.
Certo avrebbero dovuto chiamarlo www.tifacciounadonazione.it…
:-) 

sabato 17 novembre 2012

"MANUale di..." Rubrica Videodrome: questa settimana tra le ultime uscite nelle sale "7 psicopatici"













Come ogni venerdì sera Claudio Pofi, esperto ma prima di tutto amante e curioso di pellicole e buona musica, ci raggiunge in studio per darci qualche dritta e qualche consiglio sia relativamente alle ultime uscite nelle sale sia riguardo a home video e proposte dal digitale terrestre da godersi rigorosamente spaparanzati sul divano di casa.
Se state programmando una domenica all'insegna della spensieratezza potrebbe fare al caso vostro questa commedia americana agrodolce, come l'ha definita lo stesso Claudio, uscita nelle sale proprio venerdì scorso: "7 psicopatici".



Buona visione!

domenica 4 novembre 2012

HAPPY BIRTHDAY AL RE MIDA DEL RAP: PUFF DADDY


43 anni fa nasceva, proprio oggi, uno di quegli artisti che negli anni si sarebbe guadagnato l’etichetta di Re Mida del rap.
Era il 1969 e nel quartiere di Harlem, New York, un quartiere non propriamente tranquillo, Janice, giovane modella statunitense, dà alla luce Sean John Combs, meglio conosciuto nel mondo della musica con i mille pseudonimi di Puff Daddy, P. Diddy , Niddy, Faun John, Diddy e Puffy.
A soli 2 anni Combs perde il padre in un assassinio, è da quel momento che la madre decide di farlo crescere altrove. Direzione Mount Vernon.
E’ sorprendente Sean. Fin da adolescente dimostra talento per la musica e spiccate doti manageriali: dopo uno stage all'Uptown Entertainment, a soli 19 anni è già responsabile dell'A&R, il dipartimento che si occupa a trovare nuovi talenti.
Nel 1991 si ritrova a plasmare le carriere di artisti come Mary J. Blige e Jodeci, produce la loro musica ma soprattutto influenza la loro immagine pubblica, avvicinandola all'immaginario urban. S’inventa un nuovo genere musicale, l'hip hop-soul, destinato a consolidarsi nel giro di pochi anni.
Dopo due anni fonda la sua label personale, la Bad Boy Entertainment, inizialmente con due soli artisti: Craig Mack e Notorious B.I.G., suo amico e collaboratore di vecchia data.
Dopo il successo multiplatino dell’album “Ready to die” di Notorious B.I.G., una folta schiera di artisti affermati ed emergenti cerca il nuovo guru, chiedendogli consigli e produzioni: Mariah Carey, TLC, SWVLil' Kim e Usher non sanno resistere al ‘tocco di Puffy’ e lo vogliono nei loro video musicali.
Per restare in termini di musica, la vita di Sean è un mashup di eventi. Da una parte il luccichio delle paillettes sotto i riflettori, dall’altra il suono sordo delle pistole che, nell’era della faida East Coast vs West Coast, uccideranno gli amici di sempre Tupac, Notorious B.I.G. e Yaki Kadafi.
Tra i momenti di ombra continuano però a farsi spazio momenti di luce e di crescita. A fare la fila per una collaborazione con P. Diddy si aggiungono artisti del calibro di Busta Rhymes, Snoop Dogg, Missy Elliott, Christina Aguilera, Will.I.Am e Pussycat Dolls.
Qualsiasi cosa tocchino le mani di Sean diventa oro. Ovviamente non si lascia scappare (come del resto ultimamente fanno molti artisti statunitensi) l’occasione di creare una propria linea d’abbigliamento, ennesima testimonianza della bravura e dell’astuzia imprenditoriale di questo giovane uomo che ad oggi con un patrimonio di 500 milioni di dollari è uno dei rapper più ricchi del mondo.
Tante le collaborazioni, tanti i lavori dietro le quinte, che magari molti di noi non conoscevano nemmeno, ma soprattutto tanti i premi e i riconoscimenti per quello che è stato il lavoro più conosciuto e apprezzato.
Era il 1997, anno della morte dei suoi amici, lui cantava insieme a Faith Evans “I’ll be missing you”, basata sulla melodia del brano "Every Breath You Take" del 1983 dei Police.
Il singolo ha esordito negli Stati Uniti direttamente alla posizione numero uno nella classifica Billboard Hot 100 rimanendoci per ben 11 settimane, un risultato che possono vantare non molti brani.
La canzone è inoltre rimasta l'unica di un rapper uomo a debuttare in vetta alla classifica statunitense fino a "Not Afraid" di Eminem tredici anni dopo.
Il singolo riscosse grande successo in tutto il mondo, arrivando alla posizione numero 1 di moltissime classifiche tra cui quella britannica, quella olandese, quella tedesca, quella svizzera e quella italiana.
"I'll Be Missing You" è inoltre il singolo di maggior successo del 1997 proprio in Italia.
Alzate al massimo il volume delle cuffie e godetevi questo remake d’eccezione.