domenica 23 dicembre 2012

E’ FINITA UN’ERA


Questo blog, seppur neonato, è il risultato di tentativi, sperimentazioni, scommesse che chi scrive per diversi anni (credo almeno sei..) ha messo in essere a seguito di uno scontro/incontro col seducente mondo della radio.
Questo, insieme al necessario riconoscimento della vostra fedeltà, è il motivo per cui credo che un post, alla luce di ciò che è successo, sia doveroso.
Era il 10 marzo del 1983 e in una stanza in via Conti di Biandrate a Novara, nasce Punto Radio 96.

La sottoscritta non era ancora stata data alla luce, anzi nemmeno concepita. Passano gli anni, qualcuno prosegue gli studi..e qualcuno, invece, gli studi li cambia..La crew di Punto Radio 96, si trasferisce in una nuova location e per l’occasione cambia nome.

L’incontro/scontro è splendido.
Non sono in grado di raccontare nei dettagli la vita di Puntoradio, sono, però, orgogliosa di far sapere che impronta sia stata capace di dare alla mia di vita.
Quando parlo di Puntoradio parlo di persone, poche persone che si sono messe in gioco con me, hanno scommesso insieme a me, mi hanno letteralmente accompagnato alla scoperta di un’arte che all’epoca, in tutta sincerità, non pensavo potesse far parte dei miei progetti futuri.
Cuffie, volume e via con i primi vagiti al microfono. Imbarazzo in quantità industriali e guance rosse innascondibili.
Oggi, grazie a quelle persone, l’imbarazzo si è trasformato in adrenalina. 
Auguro ad ognuno di voi di poter conoscere e provare nella vita la passione e l’amore che provo io ogni volta che mi metto davanti ad un microfono.
Sei anni di tentativi, prove, risate, pianti, riscontri, miglioramenti, critiche, insegnamenti, scambi, demoralizzazioni, successi, esperimenti, proposte, progetti, storie di vita.
Finisce l’Era Puntoradio ma fortunatamente non finiscono le persone Puntoradio.
Ci si mette in gioco, insieme, ancora una volta, con la voglia di ricominciare con i tentativi, le prove, le risate, i pianti, i riscontri, i miglioramenti, le critiche, gli insegnamenti, gli scambi, le demoralizzazioni, i successi, gli esperimenti, le proposte, i progetti e di continuare a condividere le storie di vita.
Ci risentiremo presto sulle stesse frequenze. Da parte della sottoscritta sempre con lo stesso amore e la stessa passione. E, a dir la verità, ancora con le guance rosse, quelle non sono ancora riuscita a superarle…Ma forse è meglio così.

sabato 15 dicembre 2012

CHE SENSO HA VIVERE SENZA CONDIVIDERE? Per la rubrica libri: "Fai sbocciare un fiore nella notte" di Raffaele Cortellessa

Stamattina, finalmente, al termine della solita settimana fitta e frenetica, ho avuto qualche ora a disposizione per occuparmi di diverse cose. Quel genere di “commissioni” che chi, come me, in settimana non fa altro che lavorare, mangiare e dormire (qualche volta neanche dormire, a dir la verità…) può fare, appunto, solo il sabato mattina.
Ore 8.30, cappellino, guanti, galoche, macchina accesa a scaldare e via per tutta una serie di faccende.
E’ stata la mattinata che (ovviamente con riferimento a quest’anno) mi ha regalato le prime sensazioni di Natale.
Corsi più gremiti del solito, luminarie, altoparlanti che diffondono musica, rimbombare della classica frase “se non ci vediamo più, Buon Natale!” e poi a condire il tutto anche qualche centimetro di neve.
Bella sensazione. Serenità, distensione, azzarderei anche un pizzico di beatitudine. Non so perché certi giorni, come quelli delle ricorrenze natalizie, riescono a infonderti questi sentori di appagamento, non so se sia una questione sociale, spirituale o di atmosfera ricreata ma credo sia una sensazione comune…e questo indipendentemente dall’idea, dalla concezione e dalla fede che ognuno di noi ha nei confronti di questa festività. Per voi non è così?
Poi torno a casa, penso al post della settimana da scrivere e ricordando la bella intervista a Raffaele Cortellessa, opto per la rubrica libri. Ho ancora il suo racconto fresco di stampa sul comodino, non vedo l’ora che inizino le vacanze per potermene godere la lettura.
E’ un racconto basato su storie vere. Io l’ho liberamente ribattezzato una biografia romanzizzata. Raffaele, medico per vocazione e scrittore per amore, spinto da spirito di fratellanza e curiosità un giorno, anzi più notti, decide di uscire di casa con qualche pacchetto di sigarette e qualche bottiglia di birra per passare del tempo con quelli che poi sarebbero diventati i protagonisti del suo racconto, i clochard.
Proprio mentre inizio a scrivere ripenso a stamattina, a quelle suggestioni e non posso evitare di chiedermi se anche i barboni, come quelli del libro, hanno la fortuna di vivere le stesse sensazioni. Spesso ci soffermiamo sulle difficoltà legate al freddo, alla fame, all’igiene..ma quante volte ci fermiamo a riflettere su quanto queste persone, dalla vita sfortunata o talvolta voluta, siano sole?
Li vediamo ai margini della strada e non ci passa minimamente per la testa che, come noi, hanno un vissuto, un bagaglio di pensieri, emozioni, aspirazioni, sogni.
La solitudine a volte è peggio del gelo più pungente.
Siamo animali sociali, che senso ha vivere senza condividere?
Nella speranza che tutti voi possiate trascorrere non un Natale, ma un’intera esistenza di vita condivisa, vi saluto.
Non prima, però, di avervi dato tutte le info per poter acquistare il libro, anche grazie al quale sono nate tutte le considerazioni di oggi:
Fai sbocciare un fiore nella notte” di Raffaele Cortellessa.
Armando Curcio Editore

Buona lettura.

sabato 8 dicembre 2012

PONTIFEX E LA LORO IDEA DI LIBERTA’…


Avendo quasi inaugurato questo blog, qualche mesetto fa, con un post sui diritti degli omosessuali non posso esimermi dal manifestare tristezza e avvilimento per quello che i redattori di questo sito http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/il-fatto/13360-la-mamma-del-bimbo-suicida-rifletta-e-se-avesse-sbagliato-tutto-
hanno avuto il coraggio di scrivere.
Se solo avessero la bontà di rileggere due-tre frasi che hanno partorito si renderebbero conto dello sbaglio che stanno facendo nel far passare certi concetti…

Tutto poi perché? Per tentare di giustificare compiutamente ciò che scrivono? Per trasmettere a chi legge il loro punto di vista palesando i motivi per cui scrivono certe cose?
No, semplicemente perché "Pontifex non vuole tradire sé stesso e i suoi lettori"

“La libertà non consiste nel fare i comodi propri e tanto meno nell'assecondare i capricci”.

“Se quella mamma avesse per tempo capito l'inclinazione (presunta) del figlio, che covava in lui il malessere della omosessualità, sarebbe intervenuta per tempo con adeguati ausili medici”.

"…peccato impuro contro natura, ovvero un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio e che è secondo, per gravità, solo all'omicidio volontario”.

Ci rendiamo conto di cosa siamo costretti a leggere?
“Ha scelto il relativismo: tutto è bello e buono, ciascuno è libero di fare come crede, la libertà è assoluta”.

Stiamo leggendo che la libertà non è assoluta. Tutto questo non riferendoci a pedofili, assassini, o a mafiosi, ma ad un ragazzo che andava a scuola con le unghie smaltate!

La mia libertà finisce dove inizia la tua, predicava Kant. 
Quindi, fatemi capire, la libertà di questa povera vittima è finita (nel senso più tragico) quando è iniziata quella canzonatoria e dissacrante (e a questo punto anche giustificata) dei compagni?

Disagio, vergogna e imbarazzo.

sabato 24 novembre 2012

VI REGALO UN REGALO


Stamattina la sottoscritta si è svegliata con una certa vena filosofica.
La verità è che ho scoperto l’esistenza di questo sito molto carino www.teloregalo.it e allora mi sono detta “lo voglio far conoscere a chi di voi ancora non lo conoscesse, ma già che ci sono addobbo il post con due riflessioni sul regalo, che innanzitutto fa figo e poi potrebbe essere uno spunto per capire come vivete voi il momento del presente donato o ricevuto”
Un certo Goethe diceva “Non dire che vuoi regalare: regala. Non riuscirai mai a soddisfare un'attesa”.
Credo non avesse tutti i torti…Perchè, senza alcuna voglia di scadere nel moralismo, ma diciamoci la verità, quanto è gratificante ed emozionante l’effetto sorpresa in un regalo?

Si avvicina il Natale ed è quindi inevitabile fare esempi legati a quest’occasione. Mi viene da pensare alla classica frase che sento dire a ridosso di queste feste. Spesso se pronunciata da un bimbo fa sorridere ma quando esce dalla bocca di un adulto alle mie orecchie disturba come i rebbi della forchetta che stridono sul fondo della pentola!
“Il mio fidanzato per Natale mi regala l’iPad”, “I miei per Natale mi regalano la trilogia di 50 sfumature” (e qui in teoria ci sarebbe da aprire un dibattito sul coraggio dei genitori di regalare la trilogia della James alla propria figlia!).
Ma che razza di regalo è? Qui non si parla di regalo, qui si parla dell’istituto giuridico della donazione, art. 769 del Codice Civile:

“La donazione è il contratto col quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l'altra, disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo verso la stessa un'obbligazione.”

Il tono dell’articolo è freddo, cinico e inanimato vero? Ecco è la stessa sensazione che ho io quando sento quelle frasi. Qui si parla di contratto!

Forse stamattina più che filosofica sono polemica ma lo dico sinceramente, non riesco a pensare all’idea del regalo in questi termini. Lo scopo del regalo è suscitare emozione e ricevere emozione, è manifestare un sentimento.
Lina Sotis tempo fa scrisse: “Per capire l' importanza del dono basta guardare la faccia di chi lo riceve. Se non e' un dono perverso, sbagliato, bruttino che offende, il volto si illumina poiche' il regalo non e' solo l' oggetto ma il sentimento della propria importanza”.
Proprio in questi giorni leggevo che quest’anno in particolare gli italiani approfitteranno del Natale per scambiarsi quello che durante l’anno non riescono ad acquistare per se stessi, (ecco il link della notizia “Natale 'magro', sotto l'albero solo regali utili”). La parola d’ordine è utilità, beni per la casa, abbonamenti ai mezzi, occhiali da vista ecc.., ma, ripeto, anche in questo caso a mio avviso siamo proprio lontani dal concetto di regalo.

Voi come la pensate? Avremo modo di parlarne anche questa settimana in onda.
Intanto come regalo (ops, donazione..) per essere stati così coraggiosi da leggere il post fino in fondo vi ripropongo il link di www.teloregalo.it. Carino, impostazione simile a tutti i classici siti di vendita on line, solo che qua non dovete cacciare un euro.
Certo avrebbero dovuto chiamarlo www.tifacciounadonazione.it…
:-)