sabato 29 settembre 2012

LE INTERVISTE: IL MAESTRO RAFFAELE PAGANINI AI MICROFONI DI PUNTORADIO

L'abbiamo intervistato prima dell'estate in occasione della stagione teatrale di Villa Clerici a Milano.
Qualche problema tecnico di audio, ma non potevo non postarla, perché per me è stato un onore...
Oh, ammazza quanto parla! :-)





martedì 25 settembre 2012

LEGALIZZARE LA PROSTITUZIONE OPPURE NO?



Si chiama STTS ed è l’acronimo di “Syndicat des travailleuses et travailleurs du sexe”, a parole nostre: il sindacato delle prostitute. La sua città natale è Ginevra e la sua rappresentante si chiama Carla Corso.
Ne sono venuta a conoscenza perchè stasera in onda ho letto una notizia che riguardava proprio il sindacato, il quale in questi giorni scende in campo contro studentesse e casalinghe perchè, a quanto pare, quest’ultime s’improvvisano esperte del mestiere più antico del mondo e sottraggono mercato alle vere professioniste del settore.
Sono stati rilevati dei dati che la dicono lunga sulla preoccupazione delle squillo:

- 30% è la percentuale di giovani universitarie e di casalinghe attualmente dedite a questa attività lavorativa “supplementare”
- 50 euro è la media della tariffa da loro richiesta per rapporto completo
- 5 euro è la tariffa a cui alcune sono disposte ad arrivare garantendo anche in questo caso amplesso onnicomprensivo.

Il tracollo dei prezzi è conseguenza anche delle modalità semplici e spicciole con cui le inesperte del settore si affacciano al mestiere. Il web offre diverse soluzioni low cost e direi anche low profile, prime fra tutte le webcam.
Non solo. Spesso i luoghi d’incontro sono il proprio domicilio o alberghi e pensioni di periferia.

Insomma il sindacato intende battersi contro questo neonato fenomeno di concorrenza sleale.
La manifestazione dà lo spunto per riaprire per l’ennesima volta il dibattito: Che dite, sarà ora che si pensi anche da noi a legalizzare sto benedetto mestiere più antico del mondo?!

-       Più tutela alle prostitute dal punto di vista della salute e della sicurezza personale,
-       meno sfruttamento e racket,
-       tasse dell’Erario rimpinguate,
-       tutela della libertà e della privacy dei clienti

Bastano come motivi per pensare ad una regolamentazione della materia?

In Germania, leader attuale della traballante economia europea una disciplina esiste dal 2002.
Solo una cosa non mi convince della protesta delle squillo, la contrarietà all’utilizzo di domicilio privato o pensioni per lo svolgimento della prestazione…Ben venga la tutela del libero esercizio dell’impresa, ma che si garantisca un servizio democratico!





martedì 18 settembre 2012

NELLA CITTA' NATURISTA SO TUTTI IGNUDI!


Devo dire la verità, fino a prima di chiacchierarne con una collega davanti alla macchinetta del caffè (sottovalutato luogo di scambio e condivisione di idee) ignoravo totalmente l’esistenza del Naturismo, men che meno delle cosidette città naturiste.
Si tratta di aree, siti, spesso inseriti in meravigliosi luoghi turistici, perle dai panorami paradisiaci e dall’atmosfera vacanziera, presso i quali durante l’anno si rifugiano individui di tutte le età, tutti i generi e tutte le inclinazioni sessuali.
La zona naturista più grande d’Europa si trova in Francia, a 200 Km da Marsiglia, si chiama Cap d’Adge.
Per tutto l’inverno il paese e’ quasi deserto, mentre in estate, grazie al basso costo delle vacanze e alla bianca sabbia, pullula di persone.
Lo trovi facilmente perchè sulla strada sono disseminati parecchi cartelli gialli con la scritta “Naturisme”, li segui e in un batter d’occhio ti ritrovi alle porte di questi enormi villaggi a far la fila ad una sorta di botteghino, perchè l’ingresso non è omaggio.
Il villaggio ha tutti i servizi, le facilities di una qualsiasi località di discreta grandezza: condomini, parcheggi, supermercati, negozi, cinema, teatri, banche, poste, palestre, piscine, ristoranti, insomma tutto quello che potete trovare nella vostra cittadina, quella in cui vivete o quella più grande immediatamente vicina.
La vita e’ quella di ogni giorno: la gente cammina, guida, parla, fa la spesa, telefona, si reca al bar o in pizzeria.
Qual è la particolarità?
Sono tutti ignudi! Ve lo immaginate il nonno di turno che porta a passeggio i nipotini (eh già, perchè non ve l’ho detto che ci vanno famiglie con bimbi al seguito?) totalmente nudo? E la sciura con le borse della spesa appena uscita dal supermercato totally naked? A proposito ma anche le cassiere/i, gli sportellisti delle banche e le commesse/i sono nudi? Boh..
Non ho citato una delle aree più importanti di questo luogo, motivo e meta principale di mobilitazione estiva di molti turisti, le spiagge.
Sabbie bianche strapopolate da soggetti disadorni. E, a quanto pare, alcune parti di questi lidi sono specificamente dedicate a particolari attività, tra le quali, per esempio, lo scambio di coppia, totalmente all’aperto, visibile e praticabile da chiunque con chiunque ne abbia voglia.
Esistono nel mondo associazioni che sostengono, promuovono e tutelano la cultura del “Naturismo” o del “Nudismo” che dir si voglia, perchè pare proprio che di cultura trattasi. Si difende un’espressione del benessere specificamente legato alla pratica del nudismo.
Non so a voi dopo la lettura di questo post, ma a me, i racconti delle colleghe e le successive ricerche sul web hanno incuriosito parecchio, dunque, vi anticipo già che domani sarà argomento di conversazione in onda.
Aspetto con molto piacere di sapere la vostra o di poter soddisfare altre vostre curiosità.
Ci sentiamo domani via FM.



venerdì 14 settembre 2012

AMY WINEHOUSE: LA VOCE DELL’ANIMA


Pubblico di frequente post riguardanti cantanti in occasione della data del loro compleanno e non posso esimermi dal farlo per una delle cantanti degli ultimi tempi che proprio negli ultimi tempi ho apprezzato di più.
Amy Winehouse. Ragazza londinese dall’animo fragile. Genio impeccabile che ha scosso il mondo musicale nel profondo.
Nasce il 14 settembre del 1983 a South Gate, North London, ultima di due figli Amy ha scoperto molto presto di essere un’artista. Ha frequentato la Sylvia Young Theatre School e poi la prestigiosa Brit School.
Ha ricevuto la sua prima chitarra a 13 anni e ha iniziato a scrivere musica un anno dopo.
Nel 2003 esce il suo primo album “Frank” il nome del suo idolo Sinatra, ma anche un messaggio “frank”, sincero, franco. La critica la acclama.
Tutto ciò che accade nella vita dà ad Amy ispirazione, ma la cosa che le interessa di più è il rapporto tra due persone e “…quanto questo rapporto a volte possa incasinarsi quando altre cose entrano nell’equazione” spiega lei stessa.
Canta da londinese su suoni americani Amy, si nutre di jazz, per lei non esiste altra musica a parte l’hip-hop.
Nel 2006 arriva Back to Black, la sua voce raggiunge l’anima e i numeri parlano: 2° nella Billboard Hot 100 per 78 settimane.
Nonostante il tenore della sua vita adoro questa donna. Poetessa moderna, coraggiosa paladina dei sentimenti, rappresentante senza filtri dell’amore al femminile.
Racconta Amy, “non ho mai pensato che la mia voce fosse speciale o diversa…Non ho mai voluto fare la cantate lo ero e basta avrei voluto fare la giornalista o qualcosa di simile…cantare non mi sembrava niente di speciale”
Tony Bennet disse di lei: ci sono Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald e Amy Winehouse. Poi le altre.

Buon compleanno Amy.

Love is a losing game, uno dei pezzi che credo la rappresenti di più.



giovedì 13 settembre 2012

LE INTERVISTE: DAVIDE VAN DE SFROOS SU PUNTORADIO

Dopo la puntata di stasera che verso le 18.00 ha visto protagonista in onda Davide Van de Sfroos, ho deciso di inaugurare un'altra sezione del blog, quella delle interviste ai vostri big.
Oggi Davide è stato ai nostri microfoni per annunciare la sua data di domani al PalaPhenomenon di Fontaneto.
Per tutti gli appassionati l'appuntamento è domani sera 14 settembre al Phenomenon Music Club.
Per tutti i suoi fan: godetevi l'intervista, buon ascolto!











martedì 11 settembre 2012

ME MAMANS, MON PERES


E’ una notizia che ho dato stasera in diretta ma sulla quale, non so voi, ho ancora una serie di dubbi da chiarire perché se il titolo recita “Francia: le coppie gay potranno adottare”, la realtà però, proprio dal mero punto di vista pratico e burocratico, sembra ancora essere poco definita.
Si parla di progetto di legge che equiparerà le adozioni da parte degli omosessuali a quelle delle coppie etero, dunque applicazione delle medesime disposizioni previste per matrimonio, filiazione e genitorialità ad esclusione però di quelle riguardanti la procreazione assistita.
Nonostante il tono “vincente” del titolo, dicevo, il traguardo non è proprio dietro l’angolo, perché si tratta di un progetto che, manco a dirlo, appena pubblicato è diventato il bersaglio degli attacchi della destra e del mondo cattolico. Qualche esponente del parlamento d’Oltralpe propone un referendum sulla questione perché la ritiene “tema pesante per le sue conseguenze nella società”.
Di quali conseguenze stiamo parlando? Lo chiedo senza alcun tono critico o provocatorio e soprattutto senza alcun partito preso, ma con la sincera voglia di sentire punti di vista che potrebbero arricchire il mio pensiero.
Una delle obiezioni maggiormente addotte dagli inamovibili contrari è “Sì, ma vuoi mettere la presenza di una figura femminile e di una maschile? Per una bambina la presenza della mamma è indispensabile, come quella del papà per il figlio maschio”. Penso che sia più un luogo comune che altro. Personamente, la presenza di mia madre è stata fondamentale, quindi dovrei sposare questo modo di ragionare; ma penso a tutte quelle ragazze che non hanno avuto la fortuna di avere una mamma come la mia, presente, disponibile, discreta, sensibile, accogliente, confortante; penso a tutte quelle ragazze che per affrontare quei famosi “discorsi da donna” (perché normalmente è questo di cui ci si preoccupa, no? della fase adolescenziale…) si sono rivolte ad altre persone, ad altri punti di riferimento che non fossero la propria madre perché magari non ce l’hanno proprio avuta o perché pur avendocela non c’è mai stata. E quanti ragazzini sono cresciuti senza la presenza fisica e morale di un papà pur risultando all’anagrafe loro figli?
A dirla tutta esistono svariate, attendibili e accreditate ricerche scientifiche e psicologiche sul tema, ma, dato che voglio semplicemente condividere un mio pensiero non starò qui a cercare di avvalorarlo, ma solo a tentare di esprimerlo.
Che non mi si venga a dire che il bimbo allevato da una coppia gay cresce inevitabilmente con l’orientamento sessuale vincolato! Al contrario, credo che la maggiore libertà di espressione dei propri sentimenti porti ad una “scelta” più serena e naturale delle proprie tendenze.
Potrei stare qui ad elencare molti altri punti oggetto di innumerevoli discussioni sul tema “adozioni da parte di coppie omosessuali”, dall’atto egoistico dei genitori (perché?! spesse volte quello delle coppie etero non è un atto egoistico?!), alla difficoltà del bambino ad integrarsi nella società…il tema meriterebbe ben altro che un post! Ma vorrei semplicemente dar termine a questi accenni condividendo la seguente riflessione:
Ci rendiamo conto di quanti bambini avrebbero BISOGNO di essere adottati? Quanti bambini potrebbero sopravvivere, crescere meglio, sognare un futuro se adottati? Ben vengano per le coppie tutte le selezioni, i controlli e le prevenzioni del caso, ma vengano!
Allarghiamolo questo bacino di papabili adottanti e poi valutiamo singolarmente se è il caso di concedere l’adozione oppure no, ma ampliamo le possibilità.

Art. 3 della Costituzione:
“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese