sabato 13 luglio 2013

TU GUARDA COSA VIENE FUORI DA UNA MENZIONE IN TV


Se per quest’estate avete già avuto la fortuna di pensare a qualche giorno di mare, svago e relax e per questi giorni avete scelto la Versilia, allora le prossime righe potrebbero proprio fare al caso vostro.
Se invece ancora non avete avuto occasione di scegliere il posto, beh, questo potrebbe essere uno spunto in più per volgere lo sguardo alla riviera versiliese.

Oggi, a casa, durante seccanti e inevitabili momenti di rassettamento, con la compagnia delle voci di una tv accesa a vuoto, la mia attenzione viene improvvisamente attirata dalla spiegazione di una ricettina che aveva come protagonista l’esimio e illustre Sior Lardo di Colonnata.

Bastano due parole su questa appetitosa delizia IGP di casa nostra a riportarmi alla mente luoghi, panorami, ricordi, emozioni, sensazioni indimenticabili di un viaggio molto suggestivo.

Se avete di voglia staccare qualche ora dal movimento e dalla movida versiliese, di fare una passeggiata tra luoghi che raccontano il passato di famiglie di vecchi cavatori, di gustare uno dei prodotti che ci rende orgogliosi all over the world, se volete portare a casa un ricordo, allora, in questa vacanza non potete perdervi una tappa a Colonnata.

Avete la base a Viareggio? Al Forte? A Pietrasanta? Imboccate il viale a mare, arrivate a Marina di Carrara, addentratevi verso l’entroterra e cominciate a salire. Vi ritroverete abbracciati dalle valli color bianco delle Alpi Apuane, in un’atmosfera quasi lunare.
Le indicazioni vi porteranno dritti dritti alle diverse cave di marmo visitabili. E’ un tour che consiglio vivamente, costa meno di 10 euro e offre una suggestiva immersione in panorami scenici. Dentro queste enormi cave, con queste giganti macchine delle montagne e queste lastre di marmo titaniche (delle quali tuttora non comprendo come ne sia possibile il trasporto) vi sentirete un po’ puffi e un po’ bambini.

Tolto il caschetto, capatina alla bottega di souvenir rigorosamente in marmo (anche se io in realtà ne ho fregato un pezzetto “nature” rigorosamente dalla cava :-p) e poi preparatevi a leccarvi i baffi…prossima tappa: Colonnata.

Una comunità di 350 anime, qualche piazzetta piastrellata di marmo e trattorie dai profumi irresistibili infrattate tra i vicoli.
Sceglietene una, accomodatevi e abbandonate il palato alle molteplici possibilità di gustare il Sior Lardo. La mia versione preferita è quella delle fettine appoggiate sull’uovo al tegamino ancora caldo. Indescrivibilmente goduriose.

Come capita spesso, a diventare protagonisti dei piatti più buoni e rinomati sono i prodotti che hanno fatto la storia di un paese e sfamato generazioni e generazioni. Quello che una volta era il companatico e il sostentamento dei cavatori, oggi è diventato una prelibatezza a indicazione geografica protetta.

Sono sicura che tornerete da questa passeggiata appagati ma soprattutto sazi, in tutti i sensi!

E sono sicura che chi quest’anno non potrà muoversi o per lo meno non andrà in vacanza da quelle parti, sta già pensando di programmarla per la prossima occasione.
Beh, per il momento, una cosa per stimolare l’immaginazione potete farla…mettervi le scarpe, aggiustare il capello, prendere le chiavi della macchina, andare alla coop, prendere il numeretto del salumiere e nell’attesa di essere serviti cominciare a fantasticare sul viaggio da organizzare.

mercoledì 10 luglio 2013

L’ASTUZIA PER SCONGIURARE LO STRESS DA LAVORO


Il copione è più o meno questo:

Non ho un momento libero… Sono incasinato… Ho mille cose da fare… Non riesco nemmeno più a fare la pausa pranzo… Devo fare sempre gli straordinari…

Ed ecco che poi compaiono bocca secca, difficoltà a digerire, dolori allo stomaco, mal di schiena e mani sudate; ma anche sonno disturbato, aggressività, frequenti gaffes, atti maldestri e diversi tic. E badate bene che non sto citando segnali a caso, sto elencando quelli che l'Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro) ha annoverato tra i sintomi per riconoscere lo stress negativo da ufficio.

Il punto è: dato che non è possibile prescindere dalle cause di stress (che nella maggior parte dei casi si manifestano nelle sembianze del nostro superiore, collega, vicino di scrivania, coinquilino d’ufficio) cerchiamo di evitarle queste cause.
Come?
Beh, per esempio ricordandoci che, come diceva un economista americano d’adozione e anche parecchio bravuccio, “è più importante fare la cosa giusta che fare bene qualcosa”.

Tradotto: nel nostro caso è più importante essere efficaci che efficienti.

Efficenza ed efficacia spesso vengono confusi.
L’efficacia si ha quando ci si è prefissati di raggiungere 10 e si raggiunge 15.
L’efficienza è quando per raggiungere 15 si sono impiegate 8 ore di lavoro e non 12.

Il concetto è il seguente: non gliene frega niente a nessuno dell’efficienza, o meglio, se proprio c’è qualcuno a cui può fregare, quelli sono la nostra coscienza e il nostro senso di responsabilità. Al capo non gliene frega nulla della vostra rettitudine, non gliene può importare di meno di avere a fine giornata una lista spuntata delle cose portate a termine.
E dunque al diavolo la costanza, la devozione alla precisione, la scrupolosità, la diligenza semplicemente fini a se stesse.

Ciò che si richiede sono risultati, esiti, frutti.
Pensate che allora sia il caso di lavorare per più tempo? No, non ci siamo.
Lavorare molte ore non significa necessariamente produrre risultati positivi, anzi si rischia di lavorare peggio ed in modo inefficace. In alcuni periodi dell’anno si è costretti a lavorare anche di notte e nei fine settimana con tanto di “colpo di reni” per raggiungere un obiettivo o rispettare una scadenza importante. Se il “colpo di reni” lo facciamo però tutti i giorni, rischiamo di essere un runner che con il passare del tempo perde la freschezza dei tempi migliori.

Se non state gestendo il vostro tempo lavorativo significa che è il tempo lavorativo che vi sta gestendo.

Preoccuparsi solamente dell'efficienza dimenticandosi dell'efficacia è un grande rischio. Si rischia di perdere il personale obiettivo da raggiungere e di ricevere tutto quello che di meno confortante e gratificante possa esserci nel proprio lavoro.

Insomma, ci vuole astuzia, basta solo applicarla nel caso concreto, al vostro lavoro, alle vostre problematiche sul posto di lavoro.
Ricordate, il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle. Ve lo dice una fessa.