43 anni fa nasceva, proprio oggi, uno di quegli
artisti che negli anni si sarebbe guadagnato l’etichetta di Re Mida del rap.
Era il 1969 e nel quartiere di Harlem, New York, un
quartiere non propriamente tranquillo, Janice, giovane modella statunitense, dà
alla luce Sean John Combs, meglio conosciuto nel mondo
della musica con i mille pseudonimi di Puff Daddy, P. Diddy , Niddy, Faun John, Diddy e Puffy.
A soli 2 anni Combs perde il padre in un assassinio, è da quel momento
che la madre decide di farlo crescere altrove. Direzione Mount Vernon.
E’ sorprendente
Sean. Fin da adolescente dimostra talento per la musica e spiccate doti
manageriali: dopo uno stage all'Uptown Entertainment, a soli 19 anni è già
responsabile dell'A&R, il dipartimento che si occupa a trovare nuovi
talenti.
Nel 1991 si
ritrova a plasmare le carriere di artisti come Mary J. Blige e Jodeci, produce
la loro musica ma soprattutto influenza la loro immagine pubblica,
avvicinandola all'immaginario urban. S’inventa un nuovo genere musicale, l'hip
hop-soul, destinato a consolidarsi nel giro di pochi anni.
Dopo due anni
fonda la sua label personale, la Bad Boy Entertainment, inizialmente con due
soli artisti: Craig Mack e Notorious B.I.G., suo amico e
collaboratore di vecchia data.
Dopo il successo
multiplatino dell’album “Ready to die” di Notorious B.I.G., una folta schiera
di artisti affermati ed emergenti cerca il nuovo guru, chiedendogli consigli e
produzioni: Mariah Carey, TLC, SWVLil' Kim e Usher
non sanno resistere al ‘tocco di Puffy’ e lo vogliono nei loro video musicali.
Per restare in
termini di musica, la vita di Sean è un mashup di eventi. Da una parte il
luccichio delle paillettes sotto i riflettori, dall’altra il suono sordo delle
pistole che, nell’era della faida East Coast vs West Coast, uccideranno gli
amici di sempre Tupac, Notorious B.I.G. e Yaki Kadafi.
Tra i momenti di
ombra continuano però a farsi spazio momenti di luce e di crescita. A fare la
fila per una collaborazione con P. Diddy si aggiungono artisti del calibro di
Busta Rhymes, Snoop Dogg, Missy Elliott, Christina Aguilera, Will.I.Am e
Pussycat Dolls.
Qualsiasi cosa
tocchino le mani di Sean diventa oro. Ovviamente non si lascia scappare (come
del resto ultimamente fanno molti artisti statunitensi) l’occasione di creare
una propria linea d’abbigliamento, ennesima testimonianza della bravura e
dell’astuzia imprenditoriale di questo giovane uomo che ad oggi con un
patrimonio di 500 milioni di dollari è uno dei rapper più ricchi del mondo.
Tante le collaborazioni, tanti i lavori dietro le
quinte, che magari molti di noi non conoscevano nemmeno, ma soprattutto tanti i
premi e i riconoscimenti per quello che è stato il lavoro più conosciuto e
apprezzato.
Era il 1997, anno della morte dei suoi amici, lui cantava insieme a
Faith Evans “I’ll be missing you”, basata sulla melodia del brano "Every Breath
You Take" del 1983
dei Police.
Il singolo ha esordito negli Stati Uniti
direttamente alla posizione numero uno nella classifica Billboard Hot 100
rimanendoci per ben 11 settimane, un risultato che possono vantare non molti
brani.
La canzone è inoltre rimasta l'unica di un rapper uomo a debuttare in
vetta alla classifica statunitense fino a "Not Afraid" di Eminem tredici anni dopo.
Il singolo riscosse grande successo in tutto il mondo, arrivando alla
posizione numero 1 di moltissime classifiche tra cui quella britannica, quella
olandese, quella tedesca, quella svizzera e quella italiana.
"I'll Be
Missing You" è inoltre il singolo di maggior successo del 1997 proprio in Italia.
Alzate al massimo
il volume delle cuffie e godetevi questo remake d’eccezione.
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